57mila arrivi, Nardò scala la classifica delle 20 destinazioni top di Puglia

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Il territorio neretino consolida l’appeal tra le mete preferite dei viaggiatori

Data:

13 Ottobre 2025

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Nardò scala la classifica delle 20 principali destinazioni turistiche pugliesi, passando nel corso dell’ultimo anno dalla ventesima alla sedicesima posizione. La novità è certificata dall’approfondimento scientifico realizzato dall’Osservatorio Turistico della Regione Puglia, presentato da Pugliapromozione nei giorni scorsi alla Fiera TTG di Rimini. Sono numeri relativi ai primi otto mesi del 2025, in cui in generale la Puglia registra una crescita significativa con un aumento degli arrivi (dell’11,8%) e delle presenze (del 10,1%) rispetto allo stesso periodo del 2024 (forte la crescita dei flussi internazionali, con arrivi in aumento del 23,8% e presenze del 22,4%).

Nel dettaglio, Nardò e il suo territorio passano da 50.205 a 57.616 arrivi (+14,76%), di cui oltre 16 mila stranieri, e da 288.236 a 307.608 presenze (6,72%), di cui quasi 68 mila stranieri (gli “arrivi” indicano il numero di clienti ospitati in una struttura ricettiva, mentre le “presenze” indicano il numero di notti trascorse da quei clienti). La città avanza in classifica, mettendosi alle spalle mete blasonate come San Giovanni Rotondo, Alberobello, Castellaneta e Mattinata e avvicinando destinazioni altrettanto blasonate come Rodi Garganico e Polignano a Mare.

“Questi dati – evidenzia con soddisfazione l’assessore al Turismo e Marketing territoriale Giuseppe Alemannocertificano in maniera oggettiva la crescita del turismo neretino e la bontà delle scelte strategiche degli ultimi anni. Basti pensare, un dettaglio su tutti, che enogastronomia, accoglienza e autenticità si confermano i punti di forza del brand Puglia e sono esattamente le “direttrici” su cui noi abbiamo puntato sin dall’inizio. Abbiamo scelto consapevolmente di fare di Nardò una meta turistica lenta ed esperienziale, prediletta ad esempio da chi viaggia lungo i percorsi ciclopedonali, in cui genuinità e identità fanno la differenza e in cui ovviamente contano molto il patrimonio culturale e quello naturalistico. Il periodo considerato, peraltro, da gennaio ad agosto, dimostra ancora una volta che siamo riusciti a destagionalizzare la nostra offerta. È l’occasione buona per ricordare che questi dati non sono un modo per compiacersi fine a sé stesso, ma si traducono in un concreto ritorno economico per tutti”.  

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